Il faccia a faccia su Corriere.it tra Enrico Letta e Giorgia Meloni tra scintille e fair play.
Il confronto organizzato dal Corriere della Sera tra il segretario del Pd e la presidente di Fratelli d’Italia, Letta e Meloni i leader delle due coalizioni è durato circa un’ora e mezzo. Un botta e risposta che però ha mantenuto il rispetto. I due leader hanno sempre avuto rispetto l’uno per l’altra e hanno sempre concordato sui confini da rispettare e sul no secco ad un altro governo di larghe intese.
I temi che sono stati toccati sono gli argomenti caldi della campagna elettorale: guerra, Pnrr, tasse e caro energia, ma anche immigrazione e diritti civili. Questo è stato l’unico confronto tra i leader di questa campagna elettorale dopo il no di Letta al confronto con Conte e Calenda.
Nonostante le resistenze interne alle due coalizioni su invio di armi, entrambi i leader assicurano la loro posizione futura sul sostegno all’Ucraina. Per quanto riguarda l’Ue, sia Letta che Meloni vogliono cambiare qualcosa: Letta il diritto di veto mentre Meloni chiede un fondo per aiutare le nazioni in difficoltà.
Un confronto alla “Sandra e Raimondo”
Non sono mancate le scintille sul Pnrr, Letta ha accusato FdI di non aver mai votato il Next Gen Ue. Ma Meloni risponde stizzita: ”Mi spiace che non si riesce a evitare le fake news neanche in presenza, sono un po’ preoccupata che la sinistra costruisca i suoi racconti e poi li difenda. Saprò io quali sono le posizioni di Fdi su questo tema, Non sono abituata a dire un’altra cosa in campagna elettorale, come accade dalle vostre parti”.
Su Vox, Meloni dice che l’unica cosa che cambierebbe è il tono “che si alza quando sono stanca” ma critica il Pd per “il livello di aggressività verso di me in questa campagna elettorale è tale che ho dovuto sviluppare un controllo che alla fine, alle brutte, posso fare il monaco tibetano… “. Ma per Letta non c’è alcuna demonizzazione, ora siamo davanti ad un bivio come fu la Brexit per il Regno Unito e fa notare come da questo dibattito siano uscite due idee di Italia diverse.
Il confronto si è concluso con un no all’unisono dei due leader sull’opzione di un governo di larghe intese. Lo escludono entrambi categoricamente.